venerdì 3 ottobre 2008

Città delle donne (La)

La città delle donne di Federico Fellini. Italia, 1980. Interpreti: Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Stegers



Manuela 16 aprile 2007 su Abbracci e Popcorn

Non parlatemi di rating perché tanto lo so già che questo film è piaciuto pochissimo. Potrei azzardare due o tre ipotesi per spiegarlo, e nessuna di queste comporta che il film sia brutto. Al contrario. Mi limito perciò a prendere atto che i miei gusti sono un po’ particolari.
Ho rivisto La città delle donne dopo 26 anni dalla prima volta, e, se possibile, mi è piaciuto anche di più. Perché, lasciateci alle spalle le emergenze cronachistiche, e le inevitabili punte polemiche da cui è stato accompagnato allora, resta adesso una storia universale. Uno scavo nelle profondità dell’uomo e della donna, e nella loro difficile – a tratti impossibile – comunicazione. Resta l’uomo messo a nudo nelle sue fragilità, incoerenze, pregiudizi, con partecipazione, tenerezza e ironia. E’ un film duro nei contenuti – perché a nessuno piace vedersi messo in piazza così, nei propri pensieri ed emozioni più intime e nascoste – e leggero nelle forme, evocatrici di tutti i temi più squisitamente felliniani: la strada, il circo, il musical, il cinema... Fellini scende dentro se stesso con una sincerità spiazzante, e descrive, con la stessa sincerità, le donne. Le donne viste da un uomo, naturalmente, che non sono sempre simpatiche: sono di volta in volta aggressive, castranti, rompicoglioni, culi e tette, mamme angelicate, mogli bercianti. Tuttavia sono le donne che, dopo aver scavato in tutti i peccati di Marcello, lo assolvono, ormai adulte e non più identificabili con gli stereotipi cui lui resta attaccato. Mirabile la scalata di Marcello alla ricerca della donna ideale, che risulta essere un pallone, che una donna vera, con una freccia ben mirata, fa miseramente sgonfiare. Ma l’essere umano è quel che è, e il finale si riavvita sulla scena iniziale, ad ammonirci che tutti, ci piaccia o no, siamo preda di quella spinta primordiale che attira i sessi uno verso l’altro.
In tutti i film di Fellini mi basta vedere i primi fotogrammi per esserne irrimediabilmente catturata, per voler sapere ad ogni costo cosa succede dopo; in questo film, in particolare, ogni scena genera la curiosità di vedere la prossima, proprio come Marcello, inseguendo la sua bella sconosciuta, si addentra di volta in volta in scenari imprevisti – eppure familiari. Mastroianni è bravissimo nell’ interpretare con straordinaria misura l’omonimo protagonista, Marcello detto Snaporaz: ma supera se stesso nell’espressione della scena finale, che senza parole, lo dichiara pronto a ricominciare daccapo, la stessa storia, e una nuova storia.

1 commento:

SdU ha detto...

Think I caught your drift via http://translate.google.com/ … Indeed, I think that the reception of the film in 1980 has caused the film to be have landed in a 'niche' … whereas if you see the film sans préjugés, with an open mind, you will indeed see a fascinating film that makes your mind wander and wonder as it develops from scene to scene … Truly one of FF's masterpieces, though it's not often ranked as such, and a brilliant film about male / female relationships even today.