domenica 5 ottobre 2008

Diavolo veste Prada (il)

Il diavolo veste Prada di David Frankel. USA, 2006. Interpreti: Meryl Streep, Anne Hathaway, Stanley Tucci.



Manuela 30 maggio 2007

Dopo una notevole serie di film di guerra e western, ho chiesto una tregua e mi sono fatta suggerire da mia figlia un film rilassante e, soprattutto, da donna. Così, finalmente, ho potuto rilassarmi davanti a “Il diavolo veste Prada”. Questo film dimostra, innanzi tutto, che gli americani non hanno perso il tocco con le commedie; infatti è una godibilissima “commedia americana”, facile da seguire, divertente, perfettamente ambientata, e recitata magistralmente. E non è stupida, perché questo tipo di commedie non lo è mai; al contrario, buttano lì, senza parere, e con ironica leggerezza, spunti per riflessioni che potrebbero protrarsi molto a lungo, situazioni e problemi che attengono alle numerose contraddizioni del mondo di oggi.
Avevo letto che era un film sulla moda, ma non è proprio così. E’ bensì ambientato nel mondo della moda, ma a me sembra che il tema di fondo sia quello del lavoro: di che posto debba avere nella nostra vita, fino a che punto sia giusto sacrificarvi la vita privata, fino a che punto si possa giungere senza vendersi l’anima al diavolo (appunto). Se vi sembrano temi di poco conto! Senza parlare del tema del merito, che forse è quello centrale. Perché questo diavolo (una Meryl Streep straordinaria) fa sputar l’anima alle sue assistenti, le mette in situazioni intollerabili, pretende una dedizione assoluta; fino ad indurre la giovane Andy (Anne Hathaway, di fresca e intelligente bellezza) a ribellarsi a questa vita e ai compromessi con la propria etica che inevitabilmente comporta. Ma in fondo Andy , che recupererà la sua vita privata e i suoi ideali professionali, ha in sé la grinta e la volizione che le permetteranno di sfondare, e sa bene che il diavolo non è poi così cattivo, e un pochino le assomiglia. E c’è, naturalmente, l’antico sempre attuale tema, riassunto in una sola illuminante frase del film: “Se Miranda fosse un uomo tutti direste solo che sa far bene il suo lavoro”: essere una donna in carriera non è poi tanto facile, nemmeno in America.
Devo confessare che questo mondo aggressivo, competitivo e stressante, ma in cui ci si fa strada col merito e non con le raccomandazioni, mi solletica: ma deve essere solo l’effetto di una troppo lunga permanenza nella pubblica amministrazione italiana in cui merito, obiettivi e risultati sono termini del tutto sconosciuti.
E la moda? (I dotti amici maschi possono anche smettere di leggere adesso). E’ alta moda americana, e si vede. Il solo momento in cui si vedono bei vestiti – santo cielo, veramente belli!!! – è la sequenza della sfilata di Valentino. In compenso, Valentino, in persona, recita malissimo anche interpretando se stesso.

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