domenica 5 ottobre 2008

Provaci ancora, Sam

Provaci ancora, Sam di Herbert Ross. USA, 1972. Interpreti: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts



Manuela 1 maggio 2007 su Abbracci e Popcorn

Tanto si è parlato di Casablanca, di cui ho visto solo alcune scene, sempre quelle, e in cui non ho mai capito la vera ragione per cui la Bergman non possa mollare il marito e stare con Bogart, che non posso fare a meno di parlare di Woody Allen, in quanto massimo esperto di Casablanca e, in particolare, del suo protagonista. E’ Woody-Sam a rappresentare il meglio di Bogart, allorché ne sa tratteggiare il mito che questi ha rappresentato per generazioni di uomini, che avrebbero voluto possederne il carisma e la sua abilità a trattare con le donne: lui sì, che sapeva prenderle e lasciarle, aveva le parole giuste e i gesti perfetti. Sam, il nevrotico che non riesce a combinarne una con le donne, l’imbranato senza speranza, cerca aiuto nel mito del cinema – riecheggiando qui “La rosa purpurea del Cairo”, con cui questo film condivide l’ironica leggerezza e la impietosa cattiveria nel tratteggiare i personaggi. Sam scoprirà poi che si piace rivelandosi per quel che si è, se si ha la fortuna di incontrare la persona con cui condividere parole, pensieri e nevrosi. Sam scopre che può suscitare amore e quindi impara ad amare; e a trovare le parole giuste, anche per lasciare la donna che ama. Il finale, geniale, è un vero addio, e solo dopo – quando Bogart approva – ci accorgiamo che è un remake dell’addio di Casablanca, quasi con le stesse parole; ma che qui acquistano un altro spessore, uno spessore di vita vissuta, non di esotica avventura. A questo punto Sam piace anche a noi per quel che è, e di Bogart non c’è più nessun bisogno. E infatti sparisce, soppiantato da un uomo più vero, certo più pasticcione ma sicuramente più intelligente: dote che, anche in un uomo, non guasta.
A parte la tenera simpatia dell’imbranato Sam, Allen tratteggia caratteri con la sua solita sferzante ironia. Pensate al marito di lei, un uomo in carriera che – in un’epoca in cui non esistevano i cellulari – telefona continuamente in ufficio per far sapere al socio dove chiamarlo in caso di necessità….
Una nota. Il film è sicuramente di Woody Allen, ma non è lui a firmarne la regia. Suo è il lavoro teatrale da cui è tratto, sue sono le battute, ma il regista è Herbert Ross, che credette da subito nel genio di Woody Allen e accettò di dirigere questo film.

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