domenica 5 ottobre 2008

Seconda notte di nozze (La)

La seconda notte di nozze, di Pupi Avati. Italia, 2005. Interpreti: Antonio Albanese, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli



Enzo 17 settembre 2007 su Abbracci e Popcorn

Non conoscevo i film di Pupi Avati e l’altra sera mi sono disteso sul divano ben disposto alla conoscenza di questo autore: sullo schermo parte “La seconda notte di nozze”.
Appare subito chiaro che il regista ci sa fare. L’ambientazione è curata e per me che sono vecchio e che ho vissuto da bambino l’immediato dopoguerra significa riconoscere oggetti, ambienti, modi di essere, situazioni. Valga per tutti la coabitazione. Ho avuto la fortuna di dormire in una camera ovale di un palazzo nobile del ‘700, ma di là da una tramezza di compensato abitava un'altra famiglia. Ma torniamo al film. Mano a mano che il regista sviluppa la trama (trama?) mi domandavo dove voleva andare a parare. Nel senso che va bene essere solleticato sui ricordi, per certi versi è anche piacevole, tuttavia al film manca una tesi, manca una vera storia. Non basta richiamare un mondo che non c’è più, questo può essere un occasione se la narrazione è stimolo per riflessioni su questioni più alte. Sappiamo bene cosa ha significato la tragedia della guerra, come sappiamo cosa ha significato per le persone che hanno vissuto quella stagione, ma nella storia di Avati c’è solo una raffigurazione di personaggi che non mi (ci?) dicono nulla. Descrive personaggi che sono anche scarsamente rappresentativi di quell’Italia. Certo il figlio gaglioffo, la madre dai facili costumi, il matto che si fa carico di ciò che gli “altri” non vogliono affrontare possono far pensare a metafore dell’italietta. In realtà quell’italietta è finita con il fascismo. I fermenti, le aspettative di quegli anni erano ben altri. Dunque la storia si avvita su sé stessa, senza raccontare altro che un improbabile viaggio verso il nulla. C’è appunto solo la descrizione puntuale dell’ambiente e di personaggi che sono completamente avulsi dalla realtà. Ma per rimanere alla storia anche il matrimonio se da un lato si può comprendere come soluzione ai problemi di sopravvivenza di Liliana (Katia Ricciarelli) e Nino (Neri Marcorè) non è sufficiente a dare corpo e soluzione alla storia. Infatti il film nel tentativo (tardo) di recuperare ricorda la bimba morta su la mina. Forse si chiude un epoca?
Troppo poco.
Ovviamente ho fatto una ricerca e i critici si sono espressi tutti a favore del film…..ma io sono uno spettatore…..e ho ragione io! :))

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